Parigi-Roubaix 2018, Sagan: “Vincere questa corsa è incredibile”
Giornata di gloria per Peter Sagan. Il Campione del Mondo ha fatto infatti sua la Parigi – Roubaix 2018, vincendo per la prima volta in carriera la classica monimento francese. Un successo nato da lontano visto che il portacolori della Bora – Hansgrohe ha attaccato a circa 55 chilometri dalla conclusione, sorprendendo i suoi principali avversari che lo hanno rivisto solo dopo aver tagliato il traguardo, battendo poi in una volata a due il fuggitivo della prima ora Silvan Dillier (AG2R La Mondiale).
Tanta la soddisfazione per Sagan, che subito dopo aver tagliato il traguardo ha sottolineato il grande lavoro dei compagni di squadra: “Vincere la Parigi – Roubaix è incredibile. Sono veramente stanco, ma non stanco come negli anni precedenti quando non per diversi minuti non ero riuscito a vincere. Fortunatamente non sono rimasto coinvolto in nessuna caduta e non ho avuto alcuna foratura o problema meccanico quest’anno. Proprio per questo motivo sono riuscito a risparmiare un po’ di energie per il finale. Ho attaccato nel momento giusto e ho continuato a spingere fino al traguardo. Devo sicuramente ringraziare i miei compagni di squadra per il supporto”.
Primo corridore a conquistare in maglia iridata l’inferno del Nord dal 1981, quando a riuscirci fu Bernard Hinault, lo slovacco è riuscito così a conquistare la sua seconda classica Monumento. “Sono molto felice per esser passato per primo sulla linea del traguardo – aggiunge lo slovacco – È veramente bello vincere questa corsa con la maglia di Campione del Mondo. Avevo detto prima del via che volevo fare del mio meglio e direi che ci sono riuscito”.
Con la sua azione da lontano ha inoltre scacciato le polemiche di questa settimana dopo le sue dichiarazioni riguardo la mancata collaborazione e il fatto che tutti gli corressero contro. “Hanno cominciato ad attaccare, andare a tutta, poi rallentare, poi di nuovo a tutta e di nuovo fermarsi – analizza – Sapevo che ormai si sarebbe andati avanti così. Volevo provarci da solo e ho deciso che quello fosse il momento per farlo. Si è rivelata la decisione giusta”.
Il campione del mondo ha saputo trasformare la sua frustrazione nella giusta riflessione, trasformando quella che è stata la causa delle sue sconfitte nella ragione del suo successo. “Mi dicevo che se ci fossero stati cinque o sei corridori dietro di me non avrebbero collaborato fra loro – continua – A quel punto era meglio attaccare, proseguendo con un ritmo regolare, così che loro sarebbero stati costretti a lavorare per venirmi dietro. Se ci fossero riusciti bene, ma anche se non ci fossero riusciti mi andava bene (sorride, ndr). È andata così, i corridori dietro di me si sono fatti la guerra, attaccandosi fra loro, e questo gli è costato molte energie”.
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